data: 13/02/2018 - categoria: INTERVIEWS - commenti: 2
VINCENZO CALLEA, MUSICA E REGOLE (INFRANTE)
Attivo dal 1991.
300 mila singoli.
Presente in 10 milioni di compilations. Parliamo di Vincenzo Callea, Palermitano doc, che si racconta a Time Records, tra una domanda e l'altra, per promuovere il suo ultimo lavoro "My Faults" featuring EnnieLoud.
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Vincenzo Callea aka una discografia lunghissima e supporter importanti come Pete Tong, Tiesto, Guetta e R3hab per citarne alcuni. Qual è stato il momento che a tuo avviso ha dato una svolta decisiva alla tua carriera?! E quale quello che ricordi ancor oggi con maggior emozione?
Sicuramente l’emozione più grande è quella avuta nella prima fase della mia vita lavorativa, quella di ritrovarti un tuo singolo al primo posto tra i dischi più venduti e ballati in Italia. Parlo ovviamente di
TI.PI.CAL. che ha permesso a me e i miei compagni d’avventura,
Daniele e Riccardo, di trasformare una passione in un mestiere.
Il momento che mi ha fatto cambiare prospettiva è stato quando diverse mie produzioni individuali iniziavano a girare nei programmi di Pete Tong, o arrivavano al N.1 della Billboard Airplay Chart in America con la Ultra. Da qual momento l’attenzione della produzione si è spostata nella direzione internazionale, molti miei dischi hanno riscontrato un grande successo all’estero e delle volte molto meno in Italia. Ricordo ancora un piacevole aneddoto dove un amico producer internazionale mi chiama una sera mentre ero a cena e mi dice
“ti sta cercando Pete Tong”, tra di noi era solito farci scherzi continuamente, quindi ho fatto una risata ed ho continuato a cenare. Dopo diverse chiamate insistenti, mi ha detto aggiungilo su iChat che ti deve parlare, dopo poco Tong mi chiese una produzione che avevo appena fatto dicendo che voleva suonarla in un club quella sera, la mandai consapevole che fosse un account falso e che dietro c’era qualche amico che si stava facendo una grassa risata.
Invece dal Venerdì successivo suonò il mio disco in “essential selection” su BBC Radio 1 per un mese di fila.
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Deejay Producer e Remixer cosa ami di ognuna di queste sfaccettature del tuo lavoro?
Inutile dirlo che adoro le tre sfaccettature in modi differenti: il deejay mi permette il contatto con il pubblico, fondamentale per avere sempre il polso sulle tendenze del clubbing, poi
conoscendo le regole e le mode mi piace spesso infrangerle. Come producer, adoro i periodi di incubazione delle idee per cercare sempre uno stimolo forte ed entrare in studio ad oltranza finche non riesco ad ultimare una produzione, sono capace di isolarmi per mesi… i miei amici ormai lo sanno.
Mi annoio spesso di un sound ben delineato e decido sempre di spezzare le catene della comfort zone. L’attività di remixer è quella che adoro di più, perchè mi permette con lucidità e relax nel concentrarmi sull’aspetto più creativo di disco già esistente e delineato.
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Cosa ci racconti del tuo ultimo singolo “My Faults” in collaborazione con EnnieLoud?
Conoscevo
EnnieLoud da anni, e stavo cercando un mood differente per il mio prossimo singolo, volevo qualcosa di poco elettronico e molto contaminato da sonorità retrò. Ascoltandola in un suo strepitoso live all’
Old Queens Head di
Londra, rimasi folgorato dall’energia che sprigionava con chitarra, voce e una loop machine, gli proposi subito di collaborare e da li a pochi mesi avevamo un demo acustico di
"My Faults". Ho deciso di non utilizzare nessun synth e di mantenere quanto più l'aspetto acustico del disco, dando solo il giusto mood ritmico per i club. il risultato era esattamente quello che immaginavo, volevo un
disco diretto, emozionante, semplice e privo di sovrastrutture elettroniche. Tengo molto a questa produzione.
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Come in un confessionale tra amici, le "tue colpe" quali sono?
Non parlerei di colpe, ma di scelte folli, che rifarei. Sarà che sono tanti anni che produco, ma quando mi annoio di un mondo esplorato, anche con successo, lo abbandono, delle volte troppo presto e precludendomi strade già spianate. Un esempio su tutti, la mia collaborazione con l’Amico
William Naraine, "Turn off the Lights" era un disco suonato da quasi tutta la scena mainstreem
Edm, da
Tong a
Tiesto, da
Nicky Romero ad
Edx, ma il suono progressive vocal che mi aveva affascinato fino quel momento (grazie agli
Swedish House Mafia e
Zedd) mi annoiò a tal punto da non proseguire nel momento di maggior esposizione. In quel periodo avevo una co-produzione con Tom Starr
"progressive vocal", ma da quando l’avevamo iniziata a poco prima del mastering non mi rivedevo più in quelle cose. Abbiamo fermato di comune accordo tutto, Tom tolse il mio vocal dalla strumentale e diede il file ancora in demo a
Steve Angello che lo suono all’
Ultra Music Festival e al
Tomorrowland…
io lo guardavo in streaming da casa e pensai “forse sono stato un folle a mollare quel disco”, ma lo rifarei!
Per il 2018 ho deciso di divertirmi ad esplorare sonorità diverse, in questo momento di apparente confusione della musica club mainstream (solitamente il periodo migliore), l’unica via per non annoiarsi è fare quello che più ti piace senza limiti. Dopo "My Faults"
nei prossimi mesi ascolterete dei miei dischi diversi tra loro, filo conduttore Vocal importanti, melodia in primo piano, senza mai trascurare la parte club… o quasi!
Tags: Time Records
Vincenzo Callea
EnnieLoud
My Faults
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